Mirko Casadei e il lascito del…liscio

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Musica capace di accogliere e di intrecciarsi con linguaggi diversi, quei ‘mondi lontanissimi’, così amati da Franco Battiato che si incontrano volteggiando tra polke e mazurke nelle balere e nei teatri. Succede con Balamondo, il festival voluto da Raoul Casadei che nella prima edizione invitò a cantare insieme alla sua orchestra la diva della disco Gloria Gaynor( e fu un trionfo) e succede ogni anno da quando il figlio Mirko porta sul palco della rassegna musicisti di formazione e provenienza differenti, da Marc Ribot a Richard Galliano a Paolo Fresu (Il trombettista sarà il protagonista del concerto della POPular Folk Orchestra del figlio del ‘re del liscio’ il 5 novembre al Teatro del Popolo a Concordia sulla Secchia (Modena).

Mirko, Paolo Fresu ci ha raccontato quanto la sua formazione come musicista deve al liscio, appreso quando suonava nelle bande di paese. Voi vi siete già incontrati sul palco, prima della data del 5 novembre

“Si, come sempre quando invitiamo musicisti che provengono da altre scene, non sappiamo se la magia dell’incontro illuminerà il palco. Paolo ha impreziosito, con la sua tromba, le canzoni della nostra tradizione. Avremmo dovuto esibirci insieme solo una volta. Invece è nata una stretta collaborazione, che non ha a che fare solo con gli spettacoli pubblici. Sia lui che io siamo molto attivi con la formazione nelle scuole, lui con l’iniziativa Nidi di note, io con Ad chi sit e fiol? E abbiamo messo queste due esperienze in contatto. Ci accomuna il desiderio di trasmettere alle generazioni più giovani l’idea che la musica è arte dell’inclusione per eccellenza, unisce, crea comunità, sviluppa la solidarietà”.

Che è poi il messaggio del liscio

“Ho sempre pensato, riprendendo quello che era il pensiero di papa Raoul, che il vero valore del liscio sia, oltre che nel fatto artistico, innegabile – nelle orchestre suonano solisti straordinari – anche nel suo aver permesso a classi sociali che prima non potevano, di conquistare il proprio tempo libero, e di occuparlo con il piacere della danza, unendo la Mitteleuropa con la tradizione popolare”.

Parlavi dell’incontro

“Il ballo è prassi dell’incontro. Ci si sfiora, ci si abbraccia, ci si conosce e, a volte, ci si ama. Nelle nostre balere sono nati infiniti amori, ci sono generazioni di ‘figli del liscio’, per le quali la nostra musica è la colonna sonora di vite intere”.

Fresu non è il solo musicista con il quale hai suonato, nel corso degli anni, la musica romagnola

“Sono stati tantissime, nelle tante edizioni di Balamondo, le occasioni per confrontarci con grandi personalità della musica, sia italiana che internazionale. Penso allo straordinario fisarmonicista Richard Galliano, che è stato l’allievo prediletto di Astor Piazzolla. Quando lo andai a trovare, dopo un suo concerto, ero timoroso. Come spiegargli cosa è il liscio? Lui sapeva tutto, conosceva la nostra musica, apprezzava Raoul e fu felice di eseguire con noi il nostro repertorio di ballate. La scorsa estate, invece, abbiamo suonato con Max Gazzè, che ci ha chiesto di ri arrangiare le sue canzoni in chiave folk romagnola e dal vivo è stata una festa meravigliosa, che abbiamo replicato e che porteremo ancora in concerto”.

Cosa aspettarci dal concerto del 5 novembre?

“Una lunga, trascinante celebrazione della cultura popolare della nostra Regione, tra jazz e liscio, con versioni inedite dei classici, da Romagna Mia a Ciao Mare a Romagna Sangiovese. Come sempre con Paolo, ci sarò molto spazio per l’improvvisazione  e sono certo che il pubblico ballerà con noi sin dalla prima canzone”.

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Circa l'autore

Pierfrancesco Pacoda

Critico musical e saggista, si occupa in particolare delle relazioni tra il suono e le trasformazioni sociali. Ha curato i testi di Tòtt a Balèr, insieme a Paolo e Marco Marcheselli sulla vita e l'arte di Leonildo Marcheselli. Scrive sul Resto del Carlino

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