Un ballo in compagnia della scuola di danza Gabusi

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Ci sarà anche la filuzzi a Vai Liscio, nei tre giorni di festa e di ballo che trasformeranno il Teatro Petrella di Longiano, dal 2 al 4 febbraio in una balera dedicata alla tradizione sonora della Regione.
Dalla Romagna a Bologna, con le musiche rese celebri nel dopoguerra dal virtuoso dell’organetto Leonildo Marcheselli e le coreografie, che verranno insegnate il 4 febbraio, prima del concerto del quartetto di Davide Salvi, dal Maestro Fabio Gabusi e da sua moglie e sua compagna di danze Livia Dotti. In programma l’esibizione della coppia formata da Manuel Arbizzani e Silvia Baletti.

Fabio, nella tua scuola di ballo a Castenaso, da tempo proponi corsi di filuzzi, c’è una tipologia particolare di frequentatori?

“Sono in tantissimi, specie negli ultimi mesi, ad avvicinarsi alla filuzzi. C’è un interesse nuovo, dovuto anche all’esposizione mediatica che questa musica inizia ad avere. Noi abbiamo degli aspiranti ballerini la cui età, in generale, spazia dai 40 ai 60 anni. E se ancora sono pochi i giovani, sono invece moltissimi i bambini che si avvicinano alla filuzzi. Abbiamo già 10 coppie di piccoli che hanno tra i 9 e i 14 anni e questo ci fa sperare per il futuro del nostro ballo”

Un ballo fortemente legato alla terra, alla città.

“Si, amarlo significa amare la storia di Bologna, che ha avuto con la filuzzi una forma di danza davvero unica, originale, diversa dal liscio, con una sua precisa identità, che ha le sue radici nei balli dove coppie formate da due uomini davano dimostrazione di resistenza e di agilità, per conquistare, con i propri passi, le ragazze, ‘filando’ da una balera all’altra di Bologna e della provincia”

Cosa rimane, oggi, di quella caratteristica così particolare?

“Rimane certamente la maniera stessa di intendere il ballo alla filuzzi e la sua differenza con il liscio. Mentre quello romagnolo è un ballo esclusivamente di coppia, nel quale uomo e donna si muovono sempre uniti, la filuzzi lascia grande spazio ai virtuosismi solisti, agli assoli. Si inizia a stretto contatto, ma poi, a turno, i due protagonisti si separano e si lanciano nelle loro figure”

Che genere di figure?

“Sono tantissime, si evolvono e lasciano molto spazio alla fantasia. Tra le tante c’è, ad esempio, un distacco dalla coppia, che a turno fanno i due ballerini che realizzano una passeggiata in avanti, come avviene con i valzer viennesi. Nel liscio, invece, si balla sempre abbracciati. Nella filuzzi è ancora forte l’influenza di quella che è chiamata la Polka Chinata e che ha davvero bisogno di capacità che solo gli acrobati hanno”

I vostri ballerini si preparano da voi per poi danzare nelle balere

“Certo, e siamo proprio noi, molto spesso a organizzare delle serate, sia nelle balere di Bologna che della provincia, per ballare con la musica dal vivo delle tantissime orchestre di filuzzi, come quella, per fare qualche nome, di Davide Ballestri o quella di Davide Salvi che suonerà a Longiano dopo il nostro corso accelerato di danza, sia nella nostra scuola, dove a volte invitiamo dei fisarmonicisti per fare pratica e, soprattutto, divertirci!”

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Circa l'autore

Pierfrancesco Pacoda

Critico musical e saggista, si occupa in particolare delle relazioni tra il suono e le trasformazioni sociali. Ha curato i testi di Tòtt a Balèr, insieme a Paolo e Marco Marcheselli sulla vita e l'arte di Leonildo Marcheselli. Scrive sul Resto del Carlino

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